Ieri sabato 7 dicembre, con un enorme successo di pubblico, si è conclusa la “5 Giorni di Musica contro le mafie” ed ancora una volta protagonista è stata la musica dal vivo.
Palcoscenico della seconda finale del premio è ancora il Teatro Morelli luogo dove in serata è avvenuta anche la consegna del Premio Speciale a Motta, The Zen Circus e Willie Peyote.
La mattina, con un conduttore d’eccezione come Filippo Roma de Le Iene e i giudici Picciotto, Roy Paci e Serena Brancale, sono andati in scena per il Premio gli artisti emergenti Cadmio, Andea Carluccio, Micaela Tempesta, Chris Obehi e Sikania. A giudicarli anche il pubblico da casa che ha votato tramite social net e il pubblico in sala che ha espresso il suo voto tramite messaggi whatsapp nonché una giuria demoscopica individuata tra il pubblico.
I vincitori verranno annunciati nei prossimi giorni tramite i canali ufficiali della rassegna.
La mattinata raggiunge il suo apice quando sul palco sale per i saluti Don Luigi Ciotti che riceve dal Presidente di Mvsm Gennaro De Rosa i ringraziamenti per il sostegno e la Tessera Numero Uno dell’Associazione Musica contro le mafie. Il fondatore di Libera è da sempre lo spirito guida della manifestazione e rivolgendosi ai ragazzi in platea li esorta:
«Non dimenticate le cose belle, importanti e positive nonostante le tante difficoltà di ogni giorno. Bisogna ripartire dalle politiche sociali, che danno lavoro, che danno sostegno alle famiglie, servizi, opportunità per le persone. La lotta alla mafia vuol dire la prima lotta per la giustizia sociale e comincia dal lavoro. Milioni di giovani in Italia hanno terminato gli studi e non trovano il lavoro; se non si prende coscienza di questa dimensione, non se ne uscirà mai fuori. La musica, l’aggregazione, l’arte in tutte le sue espressioni è stata ed è un’arma potente contro le mafie».
«Musica contro le mafie deve diventare un percorso europeo. Dobbiamo ragionare oggi per un “nuovo umanesimo” che metta insieme le diversità delle nazioni per l’unità; che metta al centro la persona e i suoi problemi fondamentali: un nuovo umanesimo».
[Don Ciotti con Gennaro De Rosa e Filippo Roma]
Il concorso entra nel vivo quando a suonare è il foggiano Cadmio, autore raffinato e dalla voce matura convince la giuria. Subito dopo il napoletano Andrea Carluccio segna il passo grazie al suo blues cantautorale sostenuto da un ottimo groove, che gli ha fatto incassare giudizi più che positivi. A seguire Chris Obehi il nigeriano-palermitano si presenta solo con chitarra acustica e voce ma soprattutto con un testo che racconta la sua storia incredibile da emigrato. Sul palco poi sale la napoletana Micaela Tempesta che ci presenta il suo cantautorato elettronico: loop station, synth e drum machine supportano le sue liriche. A chiudere i Sikania giovane band ska pop di Agrigento con un frontman che riesce a tenere bene la scena e con una buona sezione fiati. Chiude la giornata la giovane band Le Cose Importanti vincitori lo scorso anno del Premio ed ospiti d’onore nel giorno della pubblicazione del loro nuovo video singolo “Hey Macarena”. La band di Latina suona un buon pop infarcito di rock.
Nel pomeriggio riprendono gli incontri e questa volta al Caffè Telesio è ospite Elisa Sovarino. La scrittrice palermitana ha recentemente pubblicato il libro “Annusando il cemento” che parla della lotta alla mafia attraverso uno stile originale, una favola moderna corredata da illustrazioni, in cui il racconto è ambientato nel mondo animale che con un gioco allegorico racconta il mondo criminale con parallelismo con il regno animale.
Il panel della giornata si tiene presso l’ex M.a.m. e verte sul tema “Musica politica, musica impegnata, gli artisti devono esprimere il loro parere?” con Roy Paci e il duo La Rappresentante di Lista.
“Il mio moto di ribellione anarchica – sintetizza Paci – si è evoluto in una nuova consapevolezza. Attraverso varchi diversi tra i generi musicali l’impegno in musica lo vivo aiutando gli altri artisti ad emergere”. Mentre Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina dei LRDL dicono: “Noi immaginiamo un’utopia quando scriviamo canzoni, immaginiamo possibilità migliori, una tensione al bello”
E così subito dopo il panel La Rappresentante di Lista ci ha fatto ascoltare dal vivo la sua ‘utopia’ chiudendo l’ultimo showcase di quest’anno. Il duo di origini toscane e siciliane in mezz’ora alterna il meglio del suo repertorio tra brani neo folk dai testi poetici esistenziali e quelli ermeticamente impegnati.
[da dx Motta, Zen Circus e Willie Peyote]
Motta, The Zen Circus e Willie Peyote chiudono la decima edizione di Mvsm
In serata si torna al Teatro Morelli questa volta per i concerti di tre big della scena indie nazionale. Protagonisti assoluti di questa decima edizione di Mvsm sono stati il torinese Willie Peyote e i pisani The Zen Circus e Motta.
I primi ad esibirsi è il trio rock composto da Appino, Ufo e Karim Qquru. The Zen Circus è una conferma in termini di energia e compattezza sonora e così sciorinano il meglio della loro lunga carriera compreso il brano “L’amore è una dittatura” presentato all’ultima edizione del festival di Sanremo. A seguire il cantautore Motta anche egli protagonista all’ultimo Sanremo ha cantato e suonato unplugged i brani dal suo ultimo album ed ha emozionato con il brano “Dov’è l’Italia”. Durante il cambio palco è Gennaro De Rosa presidente di Musica contro le mafie, introdotto da un video saluto di Don Ciotti, a consegnare agli artisti i Premio 2019. A The Zen Circus viene assegnato con questa motivazione: “Nella diversità c’è la bellezza delle relazioni. E’ attraverso il dono di sé all’altro che si coglie l’importanza dell’incontro e il loro brano ha perfettamente sintetizzato questo concetto universale“.
Mentre per Motta la motivazione è: “Il suo testo fotografa poeticamente il fenomeno migratorio in Italia dove tra demagogia, semplificazioni e giochi cinici di potere si decide della vitta di migliaia di persone perdendo in umanità e civiltà“.
La serata volge al termine con un teatro pieno di entusiasmo grazie ad un numeroso pubblico cosentino che si è accalcato sin dal tardo pomeriggio al botteghino del teatro per godersi la serata. A Willie Peyote il compito di chiudere definitamente questa edizione e così il rap-cantautore torinese prima della sua esibizione, carica di spunti di riflessioni intelligenti e con una scaletta ricca di brani tratti dall’ultimo recente album, riceve il premio per il testo della canzone “Io non sono razzista ma …” con questa motivazione: “E’ sull’emorragia di umanità, alimentata dagli imprenditori della paura, che il brano ci ha fatto riflettere. Anche se non è con la presunzione che ci si mette dalla parte giusta c’è bisogno di prendere una posizione netta contro tutti i razzismi e il brano di Willie ha permesso di avere questo nuovo punto di vista per una nuova resistenza e ricostruire la speranza per il domani“.